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mercoledì 15 febbraio 2017

Presentazione DEEP SHOCK di Davide Melini



A cura di Matteo Mancini.
Eccoci, finalmente, a parlare della nuova uscita firmata dall'amico Davide Melini, filmaker romano ormai da anni operativo in Spagna e che ha preso le mosse come assistente ne La Terza Madre di Dario Argento per poi intraprendere un percorso personale con cortometraggi premiati a livello internazionale e selezionati per il David di Donatello (2011) pur continuando anche nel ruolo di assistente alla regia (nelle serie americane Penny Dreadful e Into the Badlands). Dopo circa quattro anni di tribolazione, con un cambio di produzione e rivoluzione dell'intero cast artistico e tecnico, è uscito Deep Shock, l'omaggio cercato e voluto da Melini al cinema horror e thriller italiano anni '70, ideale commistione tra Deep Red e Shock rispettivamente di Dario Argento e Mario Bava. Molti sono gli omaggi a questi e ad altri film del periodo, che Melini ha voluto così ricordare per pagare, probabilmente, un tributo doveroso alle sue principali fonti di ispirazione (non è certo il solo in questo). Ci tiene però a precisare di aver realizzato una rielaborazione dei temi classici e di non essersi limitato a una mera copia o “banale” riproposizione. Dunque il passato e la tradizione come punto di partenza e non già di statico e freddo ritorno in cui vivacchiare senza aggiunger niente di nuovo e di proprio. Se vogliamo quindi un riproporre tematiche già viste con l'occhio e il piglio di un Tarantino continentale.
Abbiamo allora avvicinato Davide, grazie agli strumenti offerti dalla nuova tecnologia che negli anni settanta non eran neppur immaginabili. A riguardo, mi vien in mente una diatriba tra Massimiliano Allegri e Arrigo Sacchi col primo, in vena di burle, a scherzare col grande maestro del calcio totale italiano dicendogli: “Ma 25 anni fa non c'eran nemmeno le televisioni...” E noi allora prendiamo la palla al balzo e realizziamo questa intervista senza microfoni, che eppure, 25 anni fa ai tempi in cui il cinema di genere italiano era ormai prossimo a esser strozzato proprio dalle televisioni, eran indispensabili e lo facciamo senza neppure dare la forma di un'intervista a quanto qui di sotto segue.
Ho preso tutte quelle cose tipiche di quei film (del cinema di genere italiano anni '70, ndr) e le ho trasportate in una storia dei giorni nostri. Volevo ricreare quella magia tipica anni '70, però usando le nuove tecnologie” spiega Melini e noi subito cerchiamo di fare come lui in questo articolo, così per gioco, dando vita a un doppio canale di scambio dati. “Quindi villa, gatti neri, pallina che cade, rasoi, assassino in nero, tuoni, ombre, sangue, mistero, terrazza...” prosegue nell'aggiungere gli ingredienti, assai gustosi, dell'alimento con cui si appresta a deliziare i palati degli aficionados che osservano e attendono tutti intorno. Ma attenzione, ci tiene a ribadire, il suo non è un cocktail come quelli che si intravedevano ne La Dolce Mano della Rosa Bianca (2010), il premiatissimo corto che iniziava all'interno di un pub con una moderna Salma Hayek che danzava in primo piano. No... no... no, cari miei, sottolinea, questa volta è stato fatto un passo in più. “Deep Shock è un film che rispetta i canoni del giallo italiano, ma li mescola con quelli horror” e allora ecco i temi delle visioni, demoni, sfide sataniche, croci rovesciate... “facendolo però in modo autonomo e indipendente, viaggiando sotto i binari del giallo/horror intrecciandoli ogni volta con due storie parallele aventi un'anima a sé stante ma confluenti in un unico film. C'è una parte razionale, che corrisponde al giallo, con il suo inizio-svoglimento-conclusione... E una parte irrazionale, a rappresentare l'horror, con anch'essa il classico sviluppo inizio-svolgimento-conclusione...” E cosa c'è di nuovo allora, potrebbe chiedere il solito impertinente ragazzino sbarbato della prima fila, ancora armato di penna e taccuino come una sorta di Tullio (Kezich, ndr) vomitato dagli anni '70, manco fosse lì presente (pur incarnando il passato) a prendere gli ordini dei commensali? Lo spiega subito Davide, spostando il busto in avanti sul bancone in cui vengon servite le pietanze speciali, alla stregua di un Danny Trejo di derivazione Tarantiniana sul set de Dall'Alba al Tramonto (tanto per parlare di due storie parallele in diversa salsa che confluiscono in una esplosiva di natura tutta sua). “Le due storie si intrecceranno l'una con l'altra in maniera perfetta” ci sussurra per non farsi sentire dagli altri distratti avventori, poi porta le due mani davanti al bocca per serrare il suono e ingabbiarlo in modo che possa giungere ai nostri orecchi come il più grande mistero dell'umanità, un tunnel da cui uscire solo grazie alla finissima strettura finale: “dando vita a un vero e proprio deep shock!”
Sulle labbra si apre un sorriso, a entrambi ovviamente, mentre gli altri, dietro, allungano i capi per cercare di cogliere qualche dettaglio, ma sono ancora ignari di quello che sta per succedere. Eppure il film è già uscito, quando scriviamo queste poche righe: Milano, Torino, Napoli e poi nel tarantino, ovviamente. Di lui han già scritto “dalla mente del più che promettente regista romano, possibile erede di Argento e Bava, affiora con violenta prepotenza Deep Shock.”
Accattivante fin dal trailer (che potete vedere qua https://www.youtube.com/watch?v=wJVeMjjNPfs) proprio per gli ingredienti che si intuiscono e per un bell'uso della fotografia (curata niente meno che da Juanma Postigo, candidato al Premio Goya 2016 per la fotografia di El Violin de Piedra), Deep Shock si presenta come il corto del definitivo salto di Melini, girato con una Red Epic Dragon 6K.
Produzione interamente inglese con apporto decisivo di Luca Vannella (cugino di Melini, addetto al trucco in molti kolossal americani, con titoli quali Avengers, Thor, Harry Potter, Apocalypto, Transformers, tanto per citare qualche nomignolo) e Vincenzo Mastrantonio (altro addetto al trucco in capolavori quali Titanic, Moulin Rouge, La Passione di Cristo), ma anche il pluripremiato hair stylist Ferdinando Merolla (Gangs of New York, Hannibal Lecter Le Origini del Male, tra i tanti) e lo stuntman Bobby Holland Hanton che ha pure indossato i veri panni di Batman (Inception, Il Cavaliere Oscuro Il Ritorno, nei panni di Batman, War Horse). Nomi pazzeschi da cui affiorano i titoli di tutti i maggiori successi degli ultimi anni, dalla Spagna all'Italia fino a Hollywood. Un bel banco di prova per l'amico Melini, che sceglie ancora la Spagna, con l'apporto della fedele produttrice esecutiva Fabel Aguilera, quale teatro in cui inscenare i suoi incubi su carta. Dispiace, ancora una volta, evidenziare il disinteresse italiano per certe produzioni. Melini, che ne è anche lo sceneggiatore, traccia un'esperienza onirica, con una protagonista che fugge dai lutti familiari che l'hanno colpita per rintanarsi in un mondo irreale a sua volta più crudele della realtà di partenza. Apparizioni, strani omicidi l'accompagneranno portandola a lambire i confini della pazzia. Muireann Bird, questa l'attrice protagonista, è la star queen in un cast artistico che annovera anche attori professionisti del calibro di Erica Prior (Second Name, regia Paco Plaza) e Francesc Pages (Darkness di Balaguero) oltre ad altri attori emergenti.
Per chi ne volesse sapere di più indichiamo l'indirizzo del sito ufficiale del film http://davidemelini.com/DEEPSHOCK dove potrete leggere l'insieme completo dei cast, sia tecnico che artistico, con l'invito a sostenere il film e gli artisti italiani che tentano ancora di rianimare quella fiammella costituita dal nostro cinema di genere e che qualcuno, specie quelli con penna e taccuino in mano, si è da sempre ostinato a voler spegnere pure quando dietro alla cabina di regia c'era un certo Leone... A proposito di Leone, è prossimo a uscire anche Lion sempre a firma di Davide Melini... Come disse Maurizio Costanzo (grande sceneggiatore dei gialli italiani del tempo che fu) a Sergio Corbucci: “State in campana lassù sul campanile!


IL GIALLO ALL'ITALIANA è PRONTO A FARE IL SUO RITORNO” 

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